La meraviglia, insieme alla gratitudine, sono il carburante della felicità e quando smettiamo di meravigliarci qualcosa dentro di noi si è spento.
La bella notizia è che puoi tornare, in ogni momento, a riaccendere quella luce, a coltivare la meraviglia, a guardare la persona che sei e il mondo che ti circonda con gli occhi del bambino che eri, con i suoi sogni da realizzare e lo stupore per ogni nuova scoperta…quel bambino e che è ancora capace di guardare al mondo con meraviglia.
Toglie le etichette, il giudizio, i preconcetti, i limiti, le paure e sorprenditi ogni giorno, reinventati, mettiti alla prova e meravigliati…la vita è un fluire continuo di cose belle e brutte, di gioia e dolore, di luce e buio e opporci è solo un inutile dispendio di energia.
“Usiamo un solo nome per definire le cascate, ma l’acqua che cade cambia continuamente. Esiste la parola “fiume”, ma l’acqua scorre senza tregua. Esiste una parola per definire il “corpo”, ma le cellule del corpo si rinnovano continuamente.” Anthony De Mello
Come vivere in armonia con te stesso e con il mondo? Ascolta, scegli e fai spazio, cambiando il modo di parlare a te stesso e imparando a prenderti cura del tuo spazio interiore per vivere in armonia.
Ascolta
il silenzio
Il silenzio e la mancanza di contatto umano ci fanno spesso paura perché sono sensazioni alle quali non siamo abituati, ma dalle quali possiamo imparare tanto, per tornare poi ad aprirci al mondo e agli altri con rinnovata energia. Possiamo imparare ad ascoltare la nostra voce interiore, a riscoprire le vecchie passioni che abbiamo trascurato, a distaccarci un po’ da tutti quei pensieri e condizionamenti che ci bloccano spesso dall’essere noi stessi. Possiamo imparare dal silenzio ad essere giusti, opportuni e ad apprezzare quanto di più semplice innato abbiamo dentro di noi.
Scegli
te stesso
Ti fermi mai a riflettere su quali siano i tuoi punti di riferimento? Se sono esterni a te, cioè se ti identifichi con il tuo lavoro, con il tuo ruolo, con il tuo compagno o compagna, con la tua posizione sociale, rischi di perderti nel momento in cui qualcosa cambia o una qualsiasi crisi arriva a sconvolgere tutto. Il tuo punto di riferimento devi essere tu con i tuoi valori, la tua parte più profonda, libera dall’ego e dai condizionamenti esterni, libera dagli errori del passato e dalle aspettative del futuro; più ne sei consapevole, più semplice sarà per te adattarti ai cambiamenti e all’imprevedibilità della vita. Se non vuoi essere una foglia in balìa del vento e delle intemperie, sii come un albero con radici profonde, flessibile e forte, o come l’acqua che paziente e fluida scorre, si insinua e non si lascia ostacolare da niente.
Fai
spazio
Imparando ad ascoltarci e a scegliere noi stessi come punti di riferimento, diamo il via ad un nuovo processo di conoscenza ed accettazione di noi e della vita e questo ci porta a cambiare le nostre priorità e soprattutto ad eliminare tanti dei pesi che ci portiamo addosso. Togliendo paure, insicurezze, negatività e rabbia andiamo a creare un nuovo spazio dentro di noi, quello spazio vitale per far entrare la gioia e l’amore. Invece di combattere l’oscurità portiamo la luce dentro di noi e nella vita delle persone, accettando e non giudicando.
Il tuo compito non è cercare amore, ma trovare un portale attraverso il quale l’amore possa fluire – Eckhart Tolle
Impariamo a guardare con occhi diversi cosa abbiamo e a trovare lì la felicità.
Ci lamentiamo continuamente per ciò che ci manca, che non abbiamo e
che vorremmo…ma siamo sicuri che la nostra felicità dipenda da qualcosa di
esterno a noi?
Se avessi…
Se avessi più soldi, se avessi più tempo, se avessi una casa in riva
al mare (questo lo dico spesso…) se avessi un uomo che mi riempie di
attenzioni, se avessi… se avessi… la lista potrebbe essere infinita e troppo
spesso passiamo più tempo a lamentarci per ciò che non abbiamo, che a godere di
ciò che invece fa già realmente parte della nostra vita, del nostro ambiente ma
che ignoriamo distratti. Tutto questo ci crea spesso malessere e
insoddisfazione e un senso di rassegnazione che ci porta quasi a convincerci
che la felicità non è per noi. Ma siamo davvero convinti che avere più soldi o
tutto il resto ci porterà direttamente alla felicità? O forse ci occorre
qualcosa di più profondo, che riempia cuore e anima, qualcosa di più appagante
e che niente e nessuno può portarci via come accade per le cose materiali?
Dare il giusto valore alle cose.
Di sicuro una buona stabilità economica può aiutarci a vivere meglio,
permettendoci di affrontare con più tranquillità gli eventi che la vita ogni
giorno ci mette di fronte, ma se alla base non abbiamo una buona stabilità
interiore emotiva, rischiamo di vivere in balìa dell’incertezza.
Ho imparato che quando abbiamo fiducia in noi stessi e nella nostra
capacità di cavarcela sempre, quando abbiamo alla base una buona autostima (un
lavoro da fare assolutamente su noi stessi), tutto il resto diventa solo una
bella cornice che impreziosisce il magnifico quadro che siamo noi.
Un bel vestito, un paio di scarpe nuove alla moda, una cena in un
posto esclusivo o la vacanza vista mare, sono “cose” bellissime che sicuramente
possono regalarci attimi di benessere, ma non sono la felicità. Se dentro di
noi viviamo in conflitto per una realtà che non ci appartiene, se dobbiamo
adeguarci a persone e situazioni, se vorremmo fuggire ma non troviamo il
coraggio e ci costringiamo ad ingoiare bocconi amari per paura del cambiamento
e di restare soli, di sicuro non basteranno quelle “cose” a darci quella
serenità interiore che tanto desideriamo.
Gratitudine e abbondanza
Il segreto sta nell’imparare ad apprezzare ciò che abbiamo, nella
gratitudine per tutte le piccole cose della vita quotidiana, l’abbondanza di
amore e bellezza di cui siamo circondati, la meraviglia della natura e più di
tutto la consapevolezza che siamo esseri speciali, unici e che non dobbiamo
andare a cercare fuori ciò che invece dobbiamo coltivare dentro di noi. Perché
fin quando non avremo pace e serenità interiori, niente potrà farci stare bene…la
felicità è uno stato dell’anima e non una mancanza da colmare.